Attacchi di panico

Cura e trattamento degli attacchi di panico a Casagiove, provincia di Caserta

Esempi

di percorsi di cura agli attacchi di panico

A titolo di esempio, alcune delle situazioni cliniche che noi siamo soliti affrontare presso il Centro Clinico D'Angelo a Casagiove, provincia di Caserta:

Gli attacchi di panico

Gli attacchi di panico sono episodi di improvvisa ed intensa paura di morte imminente o di impazzire.

Sono accompagnati da sintomi somatici e cognitivi quali palpitazioni, sudorazione improvvisa, tremori, percezione di scosse elettriche negli arti, sensazione di soffocamento, dolore al petto, nausea, vertigini, brividi o vampate di calore.

Come sono gli attacchi di panico?


Chi ha provato gli attacchi di panico li descrive come un’esperienza terribile, spesso improvvisa ed inaspettata, un “fulmine a ciel sereno”. Avvengono, infatti, mentre la persona si sente bene, è serena, e sta pensando a tutt’altro.

I primi attacchi di panico sono inaspettati ed il paziente non capisce cosa gli sta capitando, per cui il soggetto si spaventa enormemente e, spesso, ricorre al pronto soccorso. Nei giorni successivi la paura rimane, ed i pazienti si sottopongono a molti inutili esami medici.

Di solito il primo attacco è così violento che comincia subito la paura che possa ripetersi. Spesso, allora, le persone cominciano ad evitare i posti dove è successo l’attacco. Con il ripetersi delle crisi, finiscono con il limitare sempre più la libertà di uscire di casa (agorafobia), evitano di farsi vedere da estranei, perché provano vergogna al pensiero che possa succedere un nuovo attacco in un luogo pubblico.

Con la paura degli attacchi di panico (fobo-fobia) diventa quindi pressoché impossibile uscire di casa da soli, viaggiare in treno, autobus o guidare l’auto, stare in mezzo alla folla o in coda, e così via. Queste persone finiscono con l’avere bisogno che ci sia un familiare sempre al loro fianco, per soccorrerli in caso di attacco.

Il singolo episodio, quindi, sfocia facilmente in un vero e proprio disturbo di panico, una “paura della paura”.

L’evitamento di tutte le situazioni potenzialmente ansiogene diviene la modalità prevalente ed il paziente diviene schiavo dei suoi attacchi di panico, costringendo spesso tutti i familiari ad adattarsi di conseguenza, a non lasciarlo mai solo e ad accompagnarlo ovunque, con l’inevitabile senso di frustrazione che deriva dal fatto di essere “grande e grosso” ma dipendente dagli altri, che può condurre ad una depressione secondaria.

I familiari spesso non capiscono la sofferenza del paziente, e gli rivolgono inviti quali: “… se ti sforzi, se ci metti la volontà, se ti impegni…”. Questi inviti, anche se detti in buona fede, fanno pensare al paziente che sia colpa sua, come se fosse lui stesso che “si fa venire” gli attacchi. Si innesca quindi un senso di colpa che a sua volta peggiora la depressione.

La persona si preoccupa delle possibili implicazioni o conseguenze degli attacchi d’ansia e cambia il proprio comportamento in conseguenza degli attacchi, principalmente evitando le situazioni in cui teme che essi possano verificarsi.

Di solito gli attacchi di panico sono più frequenti in periodi stressanti. Alcuni eventi di vita possono infatti fungere da fattori precipitanti, anche se non indicono necessariamente un attacco di panico. Tra gli eventi di vita precipitanti riferiti più comunemente troviamo il matrimonio o la convivenza, la separazione, la perdita o la malattia di una persona significativa, l’essere vittima di una qualche forma di violenza, problemi finanziari e lavorativi.

I primi attacchi si verificano di solito in situazioni agorafobiche (come stare nella folla, guidare da soli o viaggiare su un autobus in città) e comunque spesso in qualche contesto stressante.

Gli eventi stressanti, le situazioni agorafobiche, il caldo e le condizioni climatiche umide, il caffè, l’alcool, le droghe psicoattive possono far insorgere sensazioni corporee che possono essere interpretate in maniera catastrofica, aumentando il rischio di sviluppare attacchi di panico.

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  • Quali sono i sintomi degli attacchi di panico?

    Il vero attacco di panico ha un inizio improvviso, raggiunge rapidamente l’apice (di solito entro 10 minuti o meno) e dura circa 20 minuti (ma a volte molto meno o di più).

    I sintomi degli attacchi di panico tipici sono:

    • Sensazione di soffocamento, di asfissia (stretta o nodo alla gola): è il sintomo cardine, quello più importante, perché causa una respirazione affannosa che a sua volta è la causa degli altri sintomi.

    • Palpitazioni/tachicardia (battiti irregolari, pesanti, agitazione nel petto, sentirsi il battito in gola)

    • Paura di perdere il controllo o di impazzire (ad esempio, la paura di fare qualcosa di imbarazzante in pubblico o la paura di scappare quando colpisce il panico o di perdere la calma)

    • Sensazioni di sbandamento, instabilità (capogiri e vertigini)

    • Tremori fini o a grandi scosse

    • Sudorazione profusa

    • Dolore o fastidio al petto

    • Sensazioni di derealizzazione (percezione del mondo esterno come strano e irreale, sensazioni di stordimento e distacco) e depersonalizzazione (alterata percezione di sé caratterizzata da sensazione di distacco o estraneità dai propri processi di pensiero o dal corpo)

    • Brividi, scariche elettriche agli arti, sensazioni di intorpidimento o formicolio (Parestesie)

    • Vampate di calore

    • Nausea o disturbi addominali

    Non tutti i sintomi sono necessari perché si tratti di un attacco di panico. Vi sono molti attacchi caratterizzati solo o in particolare da alcuni di questi sintomi. La frequenza e la gravità dei sintomi degli attacchi di panico variano ampiamente nel corso del tempo e delle circostanze. Ad esempio, alcuni individui presentano attacchi moderatamente frequenti (per es., una volta a settimana), che si manifestano regolarmente per mesi. Altri riferiscono brevi serie di attacchi più frequenti, magari con sintomi dell’attacco di panico meno intensi (per es., quotidianamente per una settimana), intervallate da settimane o mesi senza attacchi o con attacchi meno frequenti (per es., due ogni mese) per molti anni.

    Vi sono anche i cosiddetti attacchi paucisintomatici, molto comuni negli individui con Disturbo di Panico, che sono degli attacchi in cui si manifestano soltanto una parte dei sintomi del panico, senza esplodere in un vero attacco. La maggior parte degli individui con sintomi di attacco di panico paucisintomatico, tuttavia, hanno avuto attacchi di panico completi, con tutti i sintomi classici, in qualche momento nel corso del disturbo.

    Durante un attacco di panico, pensieri catastrofici automatici e incontrollati riempiono la mente della persona, che ha quindi difficoltà a pensare chiaramente e teme che tali sintomi siano veramente pericolosi. Alcuni temono che gli attacchi indichino la presenza di una malattia non diagnosticata, pericolosa per la vita (per es., cardiopatia, epilessia). Nonostante i ripetuti esami medici e la rassicurazione, possono rimanere impauriti e convinti di essere fisicamente vulnerabili. Altri temono che i sintomi dell’attacco di panico indichino che stanno “impazzendo” o perdendo il controllo, o che sono emotivamente deboli e instabili.

  • Terapia e trattamento degli attacchi di panico?

    Nella cura degli attacchi di panico vengono usati i farmaci che hanno lo scopo di ridurre rapidamente i sintomi ed alleviare l’ansia pervasiva e consentire un approccio più sereno all’indispensabile percorso di psicoterapia.

    Sostanzialmente è controindicato affidarsi ai soli farmaci oppure alla sola psicoterapia senza intraprendere quella forma di trattamento che l’intera comunità scientifica ha dimostrato essere la più efficace per la cura degli attacchi di panico, e cioè la sinergia tra trattamento farmacologico e psicologico.

    I farmaci in genere utilizzati sono in genere benzodiazepine e antidepressivi, di solito impiegati in associazione.

    Gli antidepressivi che si sono mostrati efficaci nella cura degli attacchi di panico e dell’agorafobia ed al tempo stesso ben tollerati sono soprattutto gli inibitori selettivi del re-uptake della serotonina, gli SSRI oggigiorno largamente impiegati. Questa classe di farmaci presenta infatti, rispetto alle precedenti, una maggiore maneggevolezza e minori effetti collaterali.

    Solo l'associazione di psicoterapia e terapia farmacologica è in grado di assicurare da un lato un rapido sollievo dai sintomi grazie ai farmaci, e dall'altro quei cambiamenti di stile di vita che soli possono risolvere le radici del problema.

     


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